La Puglia meridionale ha sempre rappresentato un ponte tra Oriente e Occidente al centro del
Mediterraneo: la penisola salentina, in cui maggiormente si concentrano le attività dell’Università
del Salento costituisce un territorio particolarmente fertile per lo studio delle dinamiche di
incontro tra uomini e di scambio di oggetti e di idee. Proprio questi fattori, attraverso i secoli,
hanno forgiato le culture locali e costituito elementi di riferimento per il popolamento del
territorio.
Una conferma dell’attenzione sviluppata presso l’Università del Salento nei confronti delle
dinamiche del commercio e della navigazione attraverso l’Adriatico è recentemente giunta dalla
straordinaria scoperta del relitto alto arcaico nel canale di Otranto che dimostra l’attendibilità del
quadro ricostruttivo già proposto a partire dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso.
I temi del commercio nell’Adriatico vengono ora sempre più sviluppati in una prospettiva
diacronica, guardando a tutto il periodo che va dalla prima età del Ferro alla tarda età romana. Tali
argomenti sono al centro delle ricerche dirette da G. Mastronuzzi nel comprensorio di Otranto, nei
siti preromani di Vaste e Giuggianello. Lo studio di questo comparto viene sviluppato anche in
riferimento ai temi dell’archeologia dei paesaggi grazie all’equipe comprendente archeologi
(Giacomo Vizzino, Renato Caldarola, Fabrizio Ghio), topografi, archeozoologi (Anna Solinas) e
archeobotanici (Francesco Solinas).
A Vaste sono in corso campagne di scavo annuali anche in corrispondenza di un importante
complesso paleocristiano, sorto intorno ad un martyrium edificato nella seconda metà del IV
secolo. Sul primo edificio di culto sorse una basilica in seguito alla riorganizzazione del territorio
conseguente alla guerra greco-gotica e ancora più tardi la chiesa venne nuovamente ristrutturata
tra VIII e IX secolo. Intorno alle strutture, ma in connessione cronologica con il martyrium, si
distribuisce un esteso cimitero in parte sistemato all’interno di cavità rupestri, in parte sub divo.
Fino ad ora sono state indagate più di 150 tombe, ma molte altre verranno scavate nei prossimi
anni.
Le ricerche dirette da G. Mastronuzzi riguardano anche altri siti, come nel territorio di Cutrofiano,
dove è stata identificata una villa di età imperiale, e sul versante ionico del Salento. In particolare
negli ultimi anni sono state riprese le indagini nella necropoli dell’insediamento messapico di
Alezio (con il coordinamento sul campo di Francesco Solinas). Tanto le ricerche a Vaste, quanto
quelle ad Alezio si inseriscono in un filone di studi sull’archeologia funeraria in cui l’equipe diretta
da Giovanni Mastronuzzi si avvale della costante presenza dell’archeotanatologa Giorgia Tulumello
e della collaborazione con enti di ricerca italiani e stranieri.
Alle ricerche sul campo si affiancano le attività di laboratorio, particolarmente incentrate sullo
studio tipologico delle classi ceramiche, con particolare riguardo alle produzioni locali di età
preromana (coordinamento generale Valeria Melissano). Negli ultimi anni sono state avviate
anche collaborazioni per lo sviluppo di indagini archeometriche sulle produzioni figuline e sui vetri.

Scavo sepolture ad Alezio e veduta della necropoli

Veduta della chiesta paleocristiana di Vaste

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